La prima domenica di marzo Sutrio vi propone un suggestivo viaggio gastronomico alla scoperta dei salumi, immancabili prodotti della tavola carnica, interpretati in modo diverso da ogni azienda e paese. Potrete scoprire le insolite alternative di salumi e alcuni piatti della tradizione proposti accompagnati da ricercati vini del Friuli Venezia Giulia.



L’attività salumiera in Carnia è sempre stata familiare e ha sentito l’influsso della vicina Austria. La varietà dei salumi era dovuta alle caratteristiche fisiche del luogo: l’isolamento per le difficoltose vie di comunicazione e lo stesso carattere chiuso e diffidente della gente hanno fatto sì che quasi ogni paese avesse la sua caratteristica nel preparare i salumi o, addirittura, salumi unici, tipici del posto. Caratteristica costante è l’affumicatura, fatta allo scopo di favorirne stagionatura e conservazione. Precursori furono i Celti i quali, non conoscendo il sale, avevano aquisito la capacità di conservare i prodotti attraverso l’utilizzo di erbe aromariche e fumo.

Già i romani sapevano produrre con le carni del maiale un prodotto insaccato che, se opportunamente lavorato e salato, si sarebbe conservato acquistando nel tempo aromi e profumi. Il salame è da sempre il re di tutte le cantine dove si “faseve su il purcit”.
Ogni purcitar o norcino di fiducia aveva una ricetta segreta nel condire le carni e, in ogni famiglia, il sapore riusciva simile ma non uguale. È curioso poi che gli stessi norcini non si dessero pace nel verificare che i salami non avevano mai lo stesso gusto, nonostante il loro impegno a fare tutto con metodo non immaginando, forse, che ogni cantina aveva un ruolo importante nel processo di maturazione.